Conosco questa strada. Conosco molto bene cosa unisce, come anime, storie, paesi e paesaggi, industrie e aziende agricole e non solo. Conosco i suoi tanti raddoppi, in treno e in autostrada, e tutti gli arroccamenti e le tangenziali per bypassare le città, fino a quelli del cielo.
Conosco il traffico di ogni giorno che, con i miei 240 chilometri quotidiani (per raggiungere e tornare dal luogo dove lavoro da più di vent’anni), rende ormai troppo faticosa la vita. Conosco questa strada quando cambiano le stagioni e porta al mare mezza Italia (ma potremmo dire anche un bel po’ di Europa), e gli emiliani vanno dai romagnoli per stare bene insieme. Quel trattino, senza il quale il nome della regione è soggetto ad un errore di ortografia, rappresenta una via storica che salda territori ormai senza soluzioni di continuità.
Una strada antica – anche più dei 2200 anni che compie dall’atto fondativo del tracciamento del console romano Marco Emilio Lepido – nata su un segno di vita di pianura, che dal 25 novembre 2017 fino al primo luglio 2018, è in mostra a Reggio Emilia, la città che ne porta il nome.
On the Road. Via Emilia 187 a.c. – 2017 è il titolo di questa mostra, e rende bene l’idea di come il tempo scorra sulla memoria archeologica verso una contemporaneità stratificata e incessantemente modificata, esattamente nella logica dell’allestimento creato da Italo Rota.
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Politica, cultura, religione, forza produttiva e spirito di innovazione ne fanno da sempre un intelligente strumento (diremmo nell’era del web), una grande infrastruttura identificativa, un modello di laboriosa coerenza e sapiente convivenza da Piacenza fino a Rimini. Non è facile trovare un’altra realtà simile in Italia e in Europa. Quando fu creata dal console, la via Emilia divenne non solo un’efficiente connessione tra le varie colonie romane della Cisalpina, ma anche un modello politico di una strategica e coerente libertà: le popolazioni erano a guardia della loro strada e ne proteggevano l’esistenza.
Nella mostra, inaugurata dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio il 25 novembre, tra cippi, edicole funerarie, steli, vasellame, pitture ornamentali, sculture, carri, si passa dal Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, che ne è sede principale, al Museo Diocesano (con la messa in risalto delle memorie e delle testimonianze religiose del primo Cristianesimo lungo la via Emilia) fino a Palazzo Trivelli (dedicato all’edilizia romana e l’archeologia delle tracce conservate).
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La mostra viene promossa dai Musei Civici del Comune di Reggio Emilia, dal Segretariato regionale del MiBACT per l’Emilia-Romagna assieme alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e la Fondazione Pietro Manodori; ma è anche supportata dal contributo Art Bonus di Credem ed Iren, con il patrocinio di Anas e sponsor CarServer. Luigi Malnati e Roberto Macellari ne sono i curatori, con un comitato scientifico composto da Giovanni Brizzi, Antonella Coralini, Annalisa Capurso, Renata Curina, Francesca Cenerini, Mauro Cremaschi, Maurizio Forte, Maria Luisa Laddago, Daniela Locatelli, Roberto Macellari, Luigi Malnati, Giada Pellegrini, Elisabetta Pepe, Marco Podini, Paolo Sommella.
Tutto si inquadra in un progetto di promozione culturale a scala regionale 2200 anni lungo la via Emilia, che cerca di far confluire i valori del territorio in un percorso coordinato di eventi.
Scheda evento
evento|event | On the Road. Via Emilia 187 a.c. - 2017 |
a cura di|curated by | Luigi Malnati e Roberto Macellari |
dove|where | Reggio Emilia |
quando|when | 25 novembre 2017 - 1 luglio 2018 |
orari|hours | martedì-venerdì 10-13 aperture straordinarie: |
ingresso|admission | euro 5; ridotto: euro 3 |
sito ufficiale|website | turismo.comune.re.it |