
Renzo Piano sta disegnando il volto del nuovo Manhattanville Campus della Columbia University, a New York. Insieme a Skidmore, Owings & Merrill, Renzo Piano Building Workshop ne ha infatti progettato il masterplan, e la prima parte della concretizzazione di questo piano è già a buon punto. Sono tre gli edifici firmati Renzo Piano, i primi due sono già stati completati, il Jerome L. Greene Science Center e il Lenfest Center for the Arts. L’ultimo, l’University Forum, sarà completato nel 2018. Successivamente, nel 2021, sarà invece completata la Business School disegnata da Diller Scofidio + Renfro e FXFOWLE (2021).
L’obiettivo primario dell’intervento è quello di far interagire la ricca comunità accademica della Columbia University, composta da oltre seimila docenti e studenti, con la città, rivitalizzando una periferia industriale abbandonata. L’idea alla base è quindi quella di creare “un’accademia senza muri nè cancelli: accessibile ai visitatori e con molti programmi culturali aperti a chi vive nel quartiere”, come ha spiegato Piano.

Jerome L. Greene Science Center
Il Jerome L. Greene Science Center, che accoglie gli uffici e i laboratori di ricerca sulle malattie degenerative del sistema cerebrale (parte dello Zuckerman Mind Brain Behavior Institute), è stato inaugurato il 24 ottobre 2016. La struttura, leggera, trasparente e luminosa, è in stretta correlazione con il contesto: il piano terra è infatti aperto a tutta la comunità accademica e, in generale, al pubblico (come già succede nel Whitney Museum of American Art), mentre gli uffici e i laboratori si concentrano nei piani superiori.


Il vocabolario architettonico dell’edificio, con la sua struttura metallica a vista e i dettagli costruttivi articolati e complessi, instaura un dialogo con il DNA del sito, il vicino viadotto della metropolitana e la storia industriale dell’area. La doppia facciata ventilata, inoltre, si interfaccia con il contesto in modo sostenibile, mitigando allo stesso tempo i rumori del passaggio della metropolitana e gli sbalzi termici.

Bond (executive architect) © Nic Lehoux
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Lenfest Center for the Arts
Collocato al limite del nuovo Campus di Manhattanville e affacciato su una piazza, il Lenfest Center for the Arts, che è stato inaugurato pochi mesi fa, ospita la School of the Arts (che offre corsi di laurea in cinema, teatro, arti visive, scrittura e arti sonore) e la Wallach Art Gallery, oltre a spazi per conferenze, un teatro e altri spazi flessibili per varie performance.

Anche in questo caso, lo spazio al piano terra si connette con l’esterno, costituendo di fatto un prolungamento della piazza antistante l’edificio e degli spazi aperti che caratterizzano l’area. La trasparenza dei piani superiori, invece, è più calibrata, e la schermatura delle aperture può essere controllata a seconda delle esigenze, garantendo la giusta illuminazione alle varie funzioni che l’edificio ospita.


L’uso del colore è parte dello spirito del Lenfest Center: all’interno, certi componenti visibili dall’esterno sono di colori vivaci, in contrasto con il bianco che contraddistingue il rivestimento esterno dell’edificio.
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Manhattanville Campus, i crediti di progetto
Manhattanville Campus Plan
2002-2007
New York, USA
Client: Columbia University
Renzo Piano Building Workshop, architects
in collaboration with Skidmore, Owings & Merrill, urban designers (New York)
Design team: J.Moolhuijzen (partner in charge), A.Belvedere, D.Colas, S.Drouin, K.Doerr with M.Busk-Petersen, E.Chen, , S.Ishida (partner), S.Joly, G.Mezzanotte, B.Payson, B.Plattner (partner), D.Prasilova, C.Trentesaux, E.Volz and M.Aloisini, K.Demirkan, J.Pejkovic, S.Sano, H.Sargent, A.Zimmerman; O.Aubert, C.Colson, Y.Kyrkos (models)
Consultants: Vanderweil Engineers (MEP); Buro Happold (structure); BDSP (environmental concept); F.La Cecla (social and cultural aspects); Field Operations (landscaping); Mitchell Giurgola (consulting architect)
Jerome L. Greene Science Center
2007-2016
New York, USA
Client: Columbia University
Renzo Piano Building Workshop
in collaboration with Davis Brody Bond LLP and Body-Lawson Associates (New York)
Design team: A.Chaaya (partner in charge), S.Drouin (associate), K.Doerr (associate), R.Tse with L.Coreth, E.Garnaoui, C.Ruiz and W.Antozzi, F.Becchi, A.Belvedere (partner), M.Busk-Petersen, E.Chassang, P.Colonna, N.Delevaux, A.Fritzlar, C.Issanchou, B.Malbaux, A.Saoud, T.Zamfirescu, J.Lim, K.Songkittipakdee, R.Subramanian; O.Aubert, C.Colson, Y.Kyrkos (models)
Consultants: WSP/Parsons Brinkerhoff (structure); Jaros, Baum & Bolles (MEP); Atelier Ten (sustainability); Jacobs Consultancy (laboratory consultant); VDA (vertical transportation); Arup (lighting); Mueser Rutledge (geotechnical engineering); Field Operations (landscaping); IBA (façade); Davis Langdon (cost consultant); Stantec (civil engineering); Sam Schwartz Engineering (transportation); Aggleton & Associates (security); WJE Engineers & Architects (waterproofing); Shen Milson & Wilke (acoustics); SEA Consulting (material handling)
Lenfest Center for the Arts
2010 – 2017
New York, USA
Client: Columbia University
Renzo Piano Building Workshop
in collaboration with Davis Brody Bond LLP (New York)
Design team: A.Chaaya (Partner in charge) with E.Garnaoui, K.Doerr (Associate), W.Antozzi, S.Drouin (Associate), C.Ruiz, A.Saoud, T.Zamfirescu and G.Glorialanza, C.Sun; O.Aubert, C.Colson, Y.Kyrkos (models)
Consultants: WSP/Parsons Brinkerhoff (structure); Jaros Baum & Bolles (MEP); IBA (façade); James Corner Field Operations (landscape architect); Davis Langdon (cost consultant); VDA (vertical transportation); Arup (lighting, acoustical & vibration design); Fisher Dachs Associates (theater planning & design), Atelier Ten (sustainability); Mueser Rutledge (geotechnical engineer); Stantec (civil engineer); Aggleton & Associates (security); WJE Engineers & Architects (waterproofing); Simpson Gumpertz & Heger (codes); Pentagram (graphics consultant)
Per ulteriori informazioni
www.rpbw.com
manhattanville.columbia.edu
articolo di g.a.
Architettura da anni 60 disegnini infantili senza nessuna idea che valga la pena di essere non dico ammirata ma neanche presa in considerazione. L’ammuina delle funzioni “un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto” e niente che abbia un vero significato per la città solo artefatti posticci. Dov’è il lavoro? La vita sociale da apprendere in ogni suo aspetto?
Un vecchio cortile è un universo compiuto che è incommensurabilmente migliore di qualsiasi architettura contemporanea a partire dai presunti maestri…:)