Progettazioni Architettura – Museo delle antichità subacquee al Porto del Pireo, Grecia
Referente progetto: Francesco Taormina
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Il riuso dell’edificio dei silos al porto del Pireo, pone due ordini di problemi al progetto di architettura:
– uno relativo all’edificio stesso, in particolare alla possibilità di adattarlo alle richieste funzionali del programma di concorso per farne la sede del museo dell’archeologia subacquea;
– l’altro relativo alla sua ubicazione nell’area portuale e alla potenzialità delle relazioni che essa ha con la Pireus Cultural Coast, con la vicina area archeologica e con il contesto urbano.
Motivazioni del progetto
Le scelte progettuali sono state di conseguenza orientate:
– ad evitare il ricorso a modifiche che snaturassero il senso dell’edificio nel suo contesto e nella sua intima organizzazione spaziale;
– ad assumerne, invece, gli aspetti della morfologia come vincoli creativi per la nuova definizione spaziale;
– ad accettare tali vincoli come motivo di riscontro per il programma funzionale richiesto;
– a verificarne gli aspetti di flessibilità e adattamento alle nuove necessità d’uso.
Obiettivi di massima
In sintesi, queste scelte tendono ad eludere forzature formali volte ad adeguare l’edificio al suo riutilizzo, indirizzandone il cambiamento alla valorizzazione e alla scoperta degli aspetti che ne caratterizzano gli spazi e ne garantiscono le relazioni con l’esterno. Come richiesto, infatti, l’edificio non può essere ridotto a semplice contenitore ma deve diventare esso stesso oggetto e motivo dell’esposizione, non può essere svuotato indifferentemente né può esserne alterato l’aspetto con indebite sovrapposizioni.
Per questa ragione, si è preferito suddividere il programma funzionale in due distinte parti:
– la prima, contenuta nell’edificio dei silos, destinata a ospitare prevalentemente le sei sezioni espositive che costituiscono la mostra permanente del museo dell’archeologia subacquea, cuore dell’esposizione stessa;
– a seconda, dislocata nell’area di intervento delimitata tra gli edifici dei silos e del nastro trasportatore, in un nuovo, basso e distaccato complesso, che accoglie le funzioni accessorie del museo, in genere di più immediata accessibilità dall’esterno.
Le due parti individuate accolgono usi distinti ma interrelati, con percorsi riconoscibili a partire dall’ingresso comune; la loro relativa indipendenza ne permette l’autonoma realizzazione anche in tempi diversi e senza interferenze di funzionamento; si è scelto perciò di distinguerne i costi, benché la loro somma (50.000.000 di euro) rientri nel preventivo stabilito (70/100.000.000 di euro).
Destinatari
Per quanto riguarda la questione relativa alla ubicazione dell’edificio nella porzione dell’area portuale oggetto di concorso e alle relazioni che essa ha con il tessuto urbano, il progetto è chiamato a confrontarsi con il previsto accentramento delle funzioni museali. Queste coinvolgono, oltre al museo dell’archeologia subacquea: un Thematic Park e un Exhibition Centre rispettivamente nello Small Warehouse e nel Large Warehouse, sulla Ietiona Iacti, e l’Immigration Museum nel Petrini Warehouse, oltre i bacini di carenaggio. Sono edifici realizzati in momenti diversi per assecondare esigenze di deposito e commerciali, senza un vero criterio organizzativo comune che non sia quello della accessibilità viaria e dell’eventuale rapporto con gli approdi.
In questo caso, le scelte hanno fatto leva:
– sulla possibilità di definire gli spazi liberi tra gli edifici come luogo delle loro relazioni formali e di connessione tra le nuove funzioni museali;
– sulla conseguente necessità di evitare ulteriori costruzioni (a meno del complesso adiacente l’edificio dei silos) se queste non hanno un carattere aperto e percorribile quali elementi di suolo;
– sulla esigenza di utilizzare il disegno del suolo come sistema ordinatore delle trasformazioni dell’area, assecondandone le fasi di sviluppo;
– sulla opportunità che tale disegno possa favorire, con l’intera pedonalizzazione dell’area mista alle percorrenze ciclabili, le connessioni con la città e l’adiacente area archeologica, e con il fronte portuale opposto della Akti Leontos;
– sul fatto che la pedonalizzazione dell’area abbia a sua volta contribuito alla collocazione perimetrale degli ingressi veicolari di servizio, della sosta per le auto, delle stazioni della linea della monorotaia del porto.
Il complessivo disegno dell’area è stato dunque predisposto come una intelaiatura delle relazioni morfologiche che possono caratterizzarne l’insieme; all’interno di queste relazioni, in modo indipendente, ogni singolo intervento trova la propria espressione formale e funzionale misurandosi con il sistema generale. Con questo obiettivo, il progetto offre una immagine semplificata del risultato finale, per raggiungere il quale vengono fornite indicazioni di merito volte a guidare le singole trasformazioni; le due fasi previste non definiscono solo una rigida sequenza tecnica e operativa ma un processo dialettico per il recupero dell’area, valutabile puntualmente e adattabile alle occasioni e nel tempo.