Si terrà dal 9 all’11 novembre 2011 a Santarcangelo di Romagna il ciclo di incontri, workshop, convegni, laboratori e spettacoli dedicati a “La memoria dei contadini. Musei, biodiversità e saperi della terra”, sviluppato nelle tematiche di “Musei e saperi della terra”, “Memoria per la sostenibilità”, “Biodiversità” e “Memoria contadina come risorsa per il futuro”.
Nati, il più delle volte, come semplici raccolte di oggetti, testimonianza di antiche pratiche in via di estinzione, e considerati principalmente come risorsa “identitaria” di un luogo e di una popolazione, i musei dell’agricoltura hanno, in questi anni, cambiato pelle: sono diventati qualcosa di più e di diverso. Come eco-musei hanno assunto la forma del museo diffuso, che si proietta cioè al di fuori dell’edificio museale per diventare tutt’uno con il territorio. In altri casi hanno trasceso la dimensione puramente rappresentativa per diventare dei luoghi “esperienziali”: luoghi, cioè, dove non ci si limita a prendere visione di un insieme di nozioni, ma le si “pratica” e le si sperimenta in prima persona.
Questa nuova dimensione del museo etnografico (nelle sue diverse forme contemporanee) lo rendono, di fatto, il trait d’union ideale tra un passato che ritenevamo irrimediabilmente alle nostre spalle e un presente che di quel passato avverte la necessità e, allo stesso tempo, lo snodo più immediato e funzionale tra i luoghi di raccolta e rielaborazione dei saperi (che, oltre ai musei, comprendono ovviamente le università, i centri di ricerca, ecc.) e la loro “divulgazione”.
Il “sapere contadino” rappresenta – in una società post-industriale – un repertorio di usanze, pratiche colturali e interpretazioni del mondo da conservare accuratamente in qualche teca, buono per ricordarci delle nostre radici, o costituisce ancora oggi una “risorsa strategica” utile per affrontare il futuro che ci attende? E, in questo caso, per mezzo di quali strumenti e attraverso quali “canali” possiamo focalizzare questa risorsa e trasmetterla alle generazioni che verranno?
Non c’è dubbio che la società post-industriale presenti un insieme di caratteristiche che, per alcuni tratti, la riavvicinano a quella pre-industriale. La crisi di un modello di sviluppo espansivo, soprattutto nel corso degli ultimi anni, ha incrinato alcuni degli equilibri tradizionali del pianeta assieme alla fiducia incondizionata sulle ricadute economiche e sociali che questo modello rappresentava, ha portato alla riscoperta di punti di vista e atteggiamenti propri del mondo contadino: il valore della bio-diversità opposto all’omologazione colturale e culturale, l’importanza delle tecnologie “dolci” e rinnovabili, l’impiego di pratiche sociali (come la “banca del tempo” o i community gardens) in grado di contrastare il senso di spaesamento caratteristico di un mondo prevalentemente “metropolizzato”.
Viene allora da chiedersi se questo rilevantissimo bagaglio di conoscenze debba restare chiuso per sempre in qualche armadio della memoria o non possa invece essere recuperato ai fini della sua utilizzazione presente e futura.
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SCHEDA EVENTO
La memoria dei contadini. Musei, biodiversità e saperi della terra
Luogo
Santarcangelo di Romagna
Date
dal 9 all’11 novembre 2011
Progetto
Istituto dei Musei Comunali Santarcangelo di Romagna
Assessorato alla Cultura, Assessorato alle Attività Produttive e Turismo Comune di Santarcangelo di Romagna
Direttivo SIMBDEA – Società Italiana per la Museografia e i Beni demoetnoantropologici
Direzione di progetto
Mario Turci
Coordinamento
Federica Foschi
Sandra Ferracuti
Segreteria operativa
Patrizia Volpini
Per ulteriori informazioni
Istituito dei Musei Comunali
via F. Montevecchi 41
Tel. 0541 624703
Fax 0541 622074
E-mail: [email protected]
www.metweb.org
Nell’immagine di apertura, elaborazione grafica tratta dal contributo del prof. Marcello Balzani dal titolo Campagna urbanizzata. Un’ipotesi critica sui processi di trasformazioni e sulle regole del gioco sospese tra tutela, sviluppo e valorizzazione